
La pellicola, ispirata alla storia vera, racconta del progetto dell'architetta italiana Guendalina Salimei per la riqualificazione del quarto piano di Corviale e non solo, ho rivissuto tutto il lavoro portato avanti fino ad oggi in quella periferia.
Vengono rappresentati in chiave ironica le storie difficili di chi ha abitato e di chi vive in quell’edificio, etichettato come “il serpentone di Corviale”.
Io ho avuto modo più volte di parlare in questi anni con tanti abitanti e quello che sentivo ripetere era sempre: “così non si può stare”! La sensazione di fronte a una faccenda così è quella di pensare che forse solo in un film avremmo potuto avere il lieto fine, ma in realtà no. Non è andata così. Grazie all’impegno e alla volontà qualcosa si è potuto fare.
Vi spiego cosa e come è avvenuto. A fine 2014 la Regione ha autorizzato l’Ater ad indire un bando per un concorso internazionale volto alla redazione di un progetto di rigenerazione di quell’area.
Nel 2016 è stata pubblicata la graduatoria del concorso, vinto dal progetto “Rigenerare Corviale”, dal progetto di Laura Peretti, architetto molto in gamba che si i occupa di pianificazione urbanistica secondo cui: “non esiste uno “stile” ma ogni progetto nasce come unico, originale risultato di una rigorosa analisi, come frutto di un continuo dialogo con gli interlocutori naturali del processo progettuale: committenti, consulenti, imprese e fruitori finali”.
Il progetto vincitore prevedeva di aumentare il numero di accessi all’edificio (da 5 a 27) per renderlo più a misura d’uomo, di creare degli spazi pubblici e nuovi percorsi di collegamento con gli spazi ed i servizi esterni e di ripensare il piano terra dell’edificio.
Nel 2017 sono stati stanziati 11,6 milioni dalla Regione Lazio per la realizzazione del primo dei tre stralci del progetto.
Il progetto di riqualificazione del famoso quarto piano, soggetto della sceneggiatura del film con la Cortellesi, risale addirittura agli anni 2000. Nelle intenzioni dei progettisti doveva essere quello dei servizi e dei negozi. In realtà gli spazi furono immediatamente occupati da persone in emergenza abitativa ed adibiti a case; naturalmente con allacci abusivi, bombole del gas, muri tirati su autonomamente. Nel 2006 fu approvato il progetto e stanziati circa 6 milioni, integrati nel 2015 con altri 4,6 milioni, portando il finanziamento complessivo a 10,5 milioni.
Aggiudicata la gara nel 2018 sono state finalmente trovate le soluzioni alloggiative alternative per gli abitanti del piano che avevano i requisiti e nel 2019 sono stati consegnati i primi 9 alloggi.
Quando ci si riferisce “al chilometro verde” dell’architetto Guendalina Salimei, Il progetto, raccontato appunto in “Scusate se esisto” ci si riferisce a una storia che nel corso del tempo ha avuto diverse evoluzioni, e che è sintesi di questi due interventi attivati sul cosiddetto Serpentone di via Mazzacurati.
Siamo a gennaio del 2019, quando con l’annuncio dell’avvio dei cantieri per uno dei due progetti, il progetto per il quarto piano della Salimei, si è aggiunto a quello della riqualificazione di Laura Peretti. L’esigenza di rilancio di Corviale, quindi, non poteva non passare dalla trasformazione di quel piano.
Anche l’architetta Salimei in un ’intervista ha dichiarato “Stiamo vivendo una situazione in cui le cose, se fatte con logica e criteri flessibili di adattabilità, portano le persone a collaborare, ad essere disposte al cambiamento, che poi è migliorativo.
La comunità, cioè i veri utenti di questo progetto, stanno accogliendo bene gli interventi. È come se fosse un enzima buono, che piano piano germoglia e trasforma tutto”. Guendalina Salimei e il Kilometro Verde di Corviale | Artribune Nel 2020 e 2021 sono stati consegnati altri alloggi e soprattutto è stata avviata la conferenza dei servizi che è ancora in corso e che dovrà portare alla validazione del progetto e quindi all’indizione della gara. L’intervento si concluderà nel 2024 con la creazione e consegna di 103 alloggi complessivi.
Il progetto prevede che il quarto piano sia colorato di verde, un colore simbolo di speranza, sicuramente non a caso. Con il lavoro dell’attuale giunta regionale sono state riprese in mano le due vicende, che erano bloccate da tempo. Come dicevo è stata finalmente avviata la conferenza dei servizi per il progetto Peretti e dopo più di 10 anni dal progetto del famoso ‘quarto piano’, abbiamo finalmente fatto partire i lavori e consegnato le prime case.
E la storia non si chiude così, c’è tantissimo da sistemare per migliorare le condizioni di vita dei romani, per questo contemporaneamente abbiamo portato avanti un lavoro fondamentale con le realtà del territorio (associazioni, comitati, centri sociali e culturali, imprese, università) e sottoscritto un “atto d’intesa” contenente l’impegno ad elaborare un progetto strategico di rigenerazione del quartiere che andasse al di là del solo aspetto urbanistico-edilizio per abbracciare anche gli aspetti sociali, culturali, ambientali, energetici, della mobilità, della sicurezza.
Sono oltre 70 le realtà che hanno sottoscritto l’atto insieme alla Regione Lazio. L’elaborazione del progetto strategico, il “Masterplan”, ha visto l’organizzazione di numerosi tavoli di lavoro nei quali ciascun partecipante ha potuto portare il proprio contributo. Il Masterplan per sua natura è un documento sempre aperto, soggetto a revisioni ed aggiornamenti, che saranno prodotti costantemente sui tavoli di lavoro.
Su questo punto, spero si insista sempre all’unanimità, un’apertura a fare il meglio per chiunque ha e avrà la possibilità di rilanciare le periferie senza individualismi ma azioni mirate al bene comune.
LINK: Citazione dal film (intervista gruber a cortellesi del 2015)

La storia della “casetta” di via degli Angeli è la storia di un luogo speciale, un luogo e non luogo allo stesso tempo.

Il chilometro verde di Corviale è solo una delle tante buone idee che sono state prodotte per risolvere i problemi di una delle aree più problematiche di Roma.