
Parliamo de La Casetta di via degli Angeli.
Parliamo di una struttura di accoglienza temporanea per la semi autonomia dei ragazzi disabili che offriva servizi di residenzialità per ragazzi e ragazze con disabilità.
L’aprimmo nel 2014 quando ero presidente del V Municipio, ben prima della legge sul “dopo di noi”.
Una realtà creata anche grazie alla spinta e al supporto delle associazioni di genitori Il Ponte e La Maison che chiedevano un seguito ai percorsi di autonomia che i ragazzi sviluppano all’interno dei club socializzanti.
La nascita del servizio fu travagliata e solo la perseveranza consentì di aprirlo. Durante la giunta Alemanno avevamo individuato un locale comunale a viale della Serenissima, un locale detenuto dalla Asl per un servizio che era in procinto di essere spostato. Si trattava di un appartamento all’interno di un complesso di case popolari.
Riuscimmo ad ottenere la consegna dei locali dal dirigente del distretto locale della Asl ed iniziammo i sopralluoghi con l’ufficio tecnico ed i servizi sociali per ristrutturarlo e allestirlo.
A quel punto, il Comune con a capo Alemanno e la Regione con la presidente Polverini, non permisero che il distretto locale consegnasse direttamente al Municipio la gestione dell’immobile, perché su loro indicazione, l’immobile sarebbe dovuto passare prima alla direzione generale della Asl che lo avrebbe consegnato al dipartimento patrimonio del Comune al quale noi, avremmo dovuto fare la richiesta di assegnazione.
Una burocrazia infinita capace di annullare il tempo di intervento diretto e risolutivo.
Nel lungo tempo impiegato per percorrere tutti questi passaggi, il locale fu occupato e quindi il progetto bloccato. Nella consiliatura successiva cercammo di individuare un altro locale comunale non più utilizzato. Trovammo quello in via degli Angeli.
Era il 2014 e a Roma, con al Comune Marino e in Regione Zingaretti, si evitarono le problematiche trovate in precedenza che aveva portato all’interruzione del progetto e con entusiasmo riuscimmo ad andare avanti.
Risolta la questione dell’immobile, un nuovo intoppo.
Eravamo riusciti ad avere i soldi per il servizio (anche grazie ad un contributo di una Fondazione) ma non avevamo le risorse per ristrutturare ed adeguare il locale come era stato pensato.
Troppo importante realizzare quel servizio per fermarsi di nuovo. Troppo vitale nella logica di un quartiere come il nostro, per bloccarci di nuovo. E poi, ormai erano tante le persone che contavano su di noi e che si aspettavano un aiuto.
Dovevamo fare qualcosa e alla svelta.
In quello stesso periodo, l’ospedale Vannini richiese al Municipio un locale per realizzare un nuovo Cup perché gli spazi per accogliere le tantissime persone che quotidianamente vi si recavano, non erano più sufficienti. Ci sembrò un'ottima coincidenza e insieme agli uffici, ci venne l’idea!
Affittammo all’ospedale il locale di via dell’Acqua Bullicante dove ancora oggi c’è il Cup e chiedemmo che ciò che era dovuto come canone per gli anni del contratto, fosse anticipato immediatamente e dato al Municipio sotto forma di lavori di ristrutturazione del locale di via degli Angeli.
Ristrutturato il locale, nel 2014 il servizio era attivo.
Una grande soddisfazione, non solo perché che eravamo i primi a Roma ad avere un servizio municipale di quel tipo ma soprattutto perché vedere nel tempo i ragazzi e le ragazze usufruire, la loro gioia nel poter stare insieme in un’esperienza di autonomia, il sollievo e la speranza delle famiglie, ci ripagò immediatamente di tutta la fatica.
Tuttora, quel servizio è la cosa di cui vado più fiero in tutta la mia esperienza da presidente di Municipio.
Questa storia però non ha un lieto fine.
Nel 2017 la nuova amministrazione targata cinquestelle, con una sfrontata e ingiustificata leggerezza, ha chiuso La Casetta per non meglio precisati controlli sui locali.
Attenzione: per non meglio precisati controlli sui locali.
Un atteggiamento così inspiegabile e una chiusura totale al dialogo su un argomento sociale così delicato, insinua dubbi fortissimi. L’intento era quello di cancellare tutto quello che era stato costruito in precedenza? Perché non tutelare un punto che si era dimostrato nevralgico del quartiere?
Solo la mobilitazione dei genitori ha costretto il Municipio, un anno dopo, a riaprire il servizio. Un dato che la dice lunga sul valore nel tessuto sociale che ha quel luogo in quest’area di periferia, un luogo che si univa ad una rete di protezione sociale faticosamente costruita nel tempo, grazie al lavoro di molte consiliature di sinistra che nei precedenti anni di governo, avevano cercato di proteggere la socialità per le classi più fragili.
Poi è arrivata la pandemia. Proprio durante la pandemia è scaduto l’affidamento del servizio alla cooperativa che lo gestiva; il Municipio con al comando i grillini, non ha rifatto il bando. A causa della chiusura forzata del periodo di lockdown e dell’immobilismo amministrativo, il servizio, al momento, è stato definitivamente cancellato.
Quella che ho raccontato è solo la punta dell’iceberg e resta una profondissima amarezza.
Per tornare a rendere forte la città servono tante cose e bisognerà ripartire da servizi come questo, ingiustamente accantonato.
La Casetta di Via degli Angeli di Torpignattara, ha terminato le sue attività il 30 Aprile e il Municipio a non ha fornito alcuna spiegazione alle famiglie.
Inaccettabile per me e per tutte quelle persone che in questi mesi hanno scritto a me, ad amministratori politici o su Facebook e sui Social quanto stia mancando La Casetta.
Per i ragazzi che hanno usufruito dei suoi servizi, La Casetta è stata davvero una seconda casa.

La storia della “casetta” di via degli Angeli è la storia di un luogo speciale, un luogo e non luogo allo stesso tempo.

Il chilometro verde di Corviale è solo una delle tante buone idee che sono state prodotte per risolvere i problemi di una delle aree più problematiche di Roma.